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Mousse au Chocolat con Olio Novello per Extra Ricette

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Ed eccoci oggi un po' ad addolcirci la vita.
Ho gia pubblicato questa ricetta ma oggi la riposto semplicemente perche' vi segnalo questi ricettari dove i protagonisti in questo caso non sono soli i dolci ma anche l'olio.
Se pigiate sulla foto oppure QUI andate anche al  link dove gia trovate alcune pubblicazioni.

http://editore.cinquesensi.it/libro.php?id=328


Questa mia ricetta  si inserice e  non si inserisce in un capitolo tutto a parte : eh si perche' chi ha detto che l'olio e' solo salato ??
Per me va benissimo acnhe sul dolce provare per credere ma basta che l'olio abbia le mie caratteristiche.

Olio Extra Vergine di Pietro Ruggeri

COLORE: Giallo Oro con riflessi verdognoli
PROFUMO:
L'impronta olfattiva esprime un carattere pressoché maturo, di mandorla matura e tostata con innesti erbacei, quali le erbe di campo. 
GUSTO: L'ingresso in bocca è dolce poi vira subito su sensazioni amare, in equilibrio : sul finale lascia la bocca con la piacevole sensazione piccante,  che cresce gradatamente. 
ZONA DI PRODUZIONE: Terreno situato nel Comune di Bassano Romano  in provincia di Viterbo. 

RACCOLTA: a mano
SPREMITURA: procedimento tradizionale a freddo con molazze in pietra
PRODUZIONE: variabile secondo le annate 

CULTIVAR: Frantoio, Leccino, Rosciola, Pendolino

Mousse au Chocolat

Per 4 persone
150g cioccolato fondente al 80%, 
3 uova, 
60g zucchero
pizzico di sale
50 ml di latte di soia
Pinoli
Olio extra vergine 
Iniziate nello far sciogliere il cioccolato a bagnomaria. 
Ricordo sempre che per bagnomaria appunto si deve fare in maniera che la bastardella messa sopra la pentola con l'acqua che bolle non tocchi mai l'acqua,quindi il cioccolato si sciogliera' con il solo vapore.
Una sciocchezza ma e' meglio ricordarlo.
Mentre il cioccolato si  scioglie, montare gli albumi con un pizzico di sale, personalmente ho messo un pizzico di sale abbondante.
In un'altra ciotola montate i tuorli con zucchero sino a renderli belli spumosi.
Quando il cioccolato e fuso fatelo leggermente freddare e poi aggiungete a filo i tuorli montati e continuate a mescolare con una frusta.
Piano  piano il composto tendera' a solidificarsi , ma appena inizia versate lentamente il latte di soia .
Assorbiti i tuorli e  il latte di soia aggiungere le chiare montate con un leccapentola  dal basso verso l'alto per non far smontare  gli albumi.
Mettete il composto spumoso dentro una ciotola e fate freddare in frigo per 3/4 ore.
Se volete accelerare i tempi ponete la ciotola nel freezer per 30 minuti
Tiratela fuori dal frigo e cospargete sopra  pinoli tostati in padella.
 
Potete servirla dentro la grande ciotola, molto informale per un pranzo con amici o persone intime oppure fate delle quenelles e sopra sempre i pinoli.

Note e suggerimenti

Quando la servite aggiungete un filo di olio novello : l'olio esaltera' nella mousse la parte cioccolatosa, smorzera' il dolce e tirerà fuori anche quella parte salata data semplicemente dal quel pizzico di sale.

Alessandra.............Bon Appétit !!!

35° Sigep

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Ho avuto l'opportunita diciamo di essere presente attraverso un'amica, Fabiola Alparone che con grande sacrifico si e' offerta di andare alla fiera e fare alcune foto ed alcuni commenti su cio che ha visto.
Devo dire innanzitutto brava perche' si e' messa li ed ha fotografato tanto e poi si e' sacrificata da quello che ho potuto vedere a mangiare alcuni prodotti che sono stati dati.
Ma visto che e' lei la propagonista passo la parola a Fabiola e vi giro un po' di foto e commenti.

35° SIGEP Salone Internazionale Gelateria Pasticceria e Panificazione Artigianale
Rimini, 18-22 gennaio 2014
Il nome ufficiale è Salone Internazionale Gelateria Pasticceria e Panificazione Artigianale ma in realtà è molto di più perché le sezioni espositive sono

·         Gelateria
·         Pasticceria
·         Cioccolato
·         Caffè
·         Panificazione
·         Confezionamento e Vetrinistica
·         Arredamento
·         Pizza
·         Pasta Fresca

e occupano  110.000 mq, una volta e mezza la Piazza Rossa di Mosca….
Si tratta ovviamente di una Fiera destinata prevalentemente ai professionisti ma con un occhio anche ai semplici appassionati che in alcuni stand hanno l’opportunità di fare acquisti di prodotti e strumenti e di seguire workshop tenuti dal Gotha del settore. Alcuni nomi della pasticceria per dare un’idea: Massari, Montersino, Santin e non ultimo Davide Comaschi vincitore dell’ultimo World Chocolate Masters

Di fronte a tanta offerta, pur visitando in 3 giorni di full immersion tutti gli stand, ho focalizzato la mia attenzione sulla Pasticceria con una breve incursione nella panetteria e nella pasta fresca.

 La Pasta

Molino della Giovanna: una farina 00 di grano tenero per questi squisiti tortelli ripieni di ricotta di bufala, poco basilico tritato e un pomodorino confit. Da servire solo con un filo d’olio. Squisiti nella loro semplicità. Lo chef? Walter Zanoni





Il Pane
Scuola del Pane
Semplice pasta brioche arricchita con zucchine saltate e nocciole tostate sia nell’impasto che nella farcitura.
Sono previste le consuete 2-3 lievitazioni.
·        Pasta brioche tirata alta 1 dito,spennellatura con uovo intero,   farcitura con zucchine saltate, nocciole tostate, formaggio duro,   arrotolamento e riposo in frigo per compattare.   rondelle decorate con pomodorino crudo e di olio, pronte per l’ultima lievitazione prima di essere infornate  Oppure si taglia a mò di torcione




P come Pasticceria

Il design è di moda in pasticceria: cake design, cioccolato artistico, cioccolato serigrafato, zucchero artistico, confezionamento artistico.
La parte del leone la fa il cake design: workshop,  concorsi, strumenti per tutti i gusti… ovunque ti volti c’è un richiamo a questa moda imperante. Solo forma o anche sostanza? Io ho la mia idea.
Eccovi una piccola  carrellata




Una bella carrelata anche di volti noti...Grandi Maestri e Giovani ma già Illustri Promesse….. li riconoscete?
Iginio Massari con Davide Comaschi


Davide Comaschi
  
 Maurizio Santin

Luca Montersino

Stefano Laghi


Francesco Elmi 




            Emanuele Forcone 




Confezioni di pasqua



e tanto altro..note alcoliche nuove e antiche , essenze e prodotti inediti e tanto cioccolato serigrafato








Alessandra e Fabiola.............. Bon Appétit !!!

Spigola al forno e profumo d'arancio

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Costretta a letto con la febbre e dopo aver scoperto che ho un pelo di colesterolo ho deciso di dare retta al mio medico che mi ha detto :" Letto o divano vedi tu l'importante non andare fuori e per il colesterolo mangia piu' pesce !"
E vabbe come dire se mi devo sacrificare lo faccio piu' che volentieri, anche perchè in effetti mangio poco pesce ed invece ho voglia sempre piu' cominciare a magiarlo e di conseguenza di cucinarlo di piu.
Ecco ora non e' che potevo sti giorni farmi chissa che, pero' fare un pescetto al forno si ! Ci metti nulla nel prepararlo, e lo cuoce il forno!
Insomma alla fine poca fatica alto godimento. quindi oggi ho dato via alle danze della dieta anticolesterolo!
Il bello e' stato che volendo anche una persona poco pratica e' in grado di gestire una preparazione del genere: basta essere tranquilli e divertirsi in cucina  e quindi Spigola.

Conosciuto genericamente come spigola ma nell’area adriatica, lombardo-veneto e Liguria viene identificato con il nome di "branzino". Spigola deriva da "spiga" riferendosi alle punte dei raggi delle pinne dorsali mentre branzino potrebbe derivare dal veneto branza (chela) o da branchie: il pesce dalle branchie in vista. Vive nel Mediterraneo a limitata profondità, lo si può trovare su qualsiasi tipo di fondale, e può raggiungere la lunghezza di un metro e i 15 kg di peso.
In passato era considerato un eccellente alimento fortificante, identificando questa dote nella sua natura di potente predatore, dallo scatto fulmineo, dotato di ottimo mimetismo ed astuzia strategica.
Ben tollerante ai cambiamenti di salinità è in grado di risalire i fiumi per parecchi chilometri in cerca delle proprie prede. Ha un'ampia bocca munita di minutissimi denti che gli permettono di catturare e ingoiare prede di grandezza superiore al 45% del proprio corpo.
Imprevedibile e scontroso questo pesce ha due punti deboli: l'innata curiosità e la luna, che con l’alta marea lo spinge ad essere più incauto.
La spigola ha carni bianche, magre, sode e profumate che resistono molto bene alla cottura; è un pesce pregiato, e può essere ritenuto fra i migliori per qualità, gusto e praticità, poiché ha lische grosse e facilmente estraibili.

Spigola  al forno con profumo di arancio , pomodorini cotti carote e menta 


Spigola
Pomodorino ciliegino
Olive taggiasche
Aglio in camicia
Arancio
Carota
Olio extra vergine
Sale
Pepe
Erba Persa

Comprate una bella spigola  e fatevela pulire fuori e dentro. IO ne ho presa una di circa 600 gr .
Adagiatela su una teglia foderata di carta forno e per condirla mette nel centro della pancia della spigola 3 fettine di arancio, 6 /7 olive taggiasche sottolio, 2 spicchi di aglio in camicia e schiacciati, 4 pomodorini tagliati a metà.
Mettete del sale sulla pelle, un poco di erba aromatica dal nome persa che come odora assomiglia all'origano ma e' molto piu delicata ed un bel filo di olio.
In forno preriscaldato a 180° per circa 30' dipende dalla grandezza del pesce. Il mio ha cotto in 30 minuti.

Quando e' cotta tiratela fuori dal forno , pilitela prendendo i filetti e adagiateli sul piatto. Sopra mettete le olive , i pomodorini cotti, due fili di carote fatte con il pelapatate e due spicchi di arancio tagliati a vivo.
Premete un poco di arancio cotto sopra il pesce , in filo di olio, pepe e menta per decorare.


Alessandra...........Bon Appètit !!!

Dolce da colazione: Ciambellone

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Un classico come dolce da mangiare sicuramente per colazione ma perfetto secondo me da spiluccare durante l'intera giornata : il  Ciambellone 
Il nome esatto sarebbe Ciambella ( pero' io l'ho sempre chiamato ciambellone ) e deriva dalla forma circolare e provvisto di un buco nel mezzo. Nel tempo e' stato talmente personalizzata in tutte le tradizioni culinarie che si va dal dolce al salato,  dalla ciambella bolognese alla ciambella al vino laziale a quella all'anice delle Marche personalizzando non solo gli ingredienti ma anche l'utilizzo del prodotto finito.
Anche nel consumo e' diversa vistoche' in alcune regioni italiani si mangia la ciambella dolce intinta in acqua e vino o nel latte oppure da servire come dolce accompagnata da crema , insomma qualunque sia la vostra origine potete mangiare, fare e servire la ciambella come meglio preferite.


Ciambellone

3 uova grandi
250 gr di zucchero
125 gr di BURRO DELLE ALPI-  BRAZZALE
350/370 gr di farina 00  circa
200 ml di latte
1 bustina di lievito
scorza grattugiata di arancio e limone
1 pizzico di sale


Mette nella planetaria le uova con  lo zucchero e montatele sino a farle diventare belle spumose e chiare.
Aggiungete  amalgamando il burro sciolto , il latte. il pizzico di sale e le scorze di limone e arancio  e se volete potete spremerci dentro anche del succo di arancia.
Per ultimi vanno aggiunti  la farina setacciata che monterete in planetaria  per circa 2 minuti e subito dopo il lievito setacciato.

Versate il composto nella tortiera imburrata e infarinata e decorare con zucchero.


In questo caso io mi sono bagnata le mani e poi mi ci sono versata sopra lo zucchero che automaticamenti si e' inumidito dando forma ad una granella perfetta per il top del ciambellone. 

Alessandra............Bon Appétit !!!

Scialatielli Carciofi e Vongole

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Gli scialatielli sono un formato di pasta fresca  usato nella cucina campana, tipici di Amalfi dove sono nati per mano dello chef Enrico Cosentino nel 1978 (presentati ad un concorso culinario, gli valsero il premio entremetier dell'anno); il loro nome si presume derivi da due parole dialettali "scialare" (godere) e "tiella-i" (padella).
Sono listarelle più corte degli spaghetti, più larghe e di sezione rettangolare piuttosto irregolare. Sono tradizionalmente fatti a mano con farina, acqua e/o latte, formaggio grattugiato, basilico fresco tritato e sale, ma vengono anche venduti come formato di produzione industriale.
Sono riconosciuti come prodotto agroalimentare tradizionale della regione Campania.

Tra le tante volte che vado a Napoli spesso mi capito da incrociarmi con la mia amichetta Mariellacooking  ,strepitosa cuoca Napoletana che alla mattina insegna l'universita' di Napoli, ma che in realta' mi ripeto e' una cuoca superstrepitosa. Cosi quando  ho dei dubbi su piatti Napoletani alzo la cornetta e la chiamo e cosi feci un po di tempo fa'. .
All'epoca nel caso specifico avevo comprato gli scialatielli ma non riuscivo a chiudere in testa il modo in cui farli: fu cosi che con una semplicita' disarmante Mariella mi disse :"ma scusa fai un classico carciofi e vongole !"
Detto fatto senza neppure perdermi in chiacchiere stavo già ai fornelli e tagliuzzavo carciofi ,  pulivo vongole.
Ho rifatto piu' volte questo piatto che adoro nella sua semplicita' riesce ogni volta a stupirmi e quindi senza indugiare oltre ve lo propongo cosi come lo faccio, semplice ma delizioso.

Scialatielli Carciofi e Vongole


600 gr. di scialatielli
500 gr. di vongole veraci
3/4  carciofi dipende dalla razza e dalla grandezza
olio extra vergine di oliva
1 spicchio di aglio
prezzemolo fresco
sale
Peperoncino
 
Pulire per bene i carciofi  e metterli in acqua e limone, mentre le vongole fatele spurgare con acqua e sale per circa 3 ore.

In una padella far soffriggere l'aglio nell'olio, appena inizia ad imbiondire aggiungere i carciofi tagliati  finemente e portateli a cottura.

In una pentola  fate bollire l'acqua e sale  e cuocete  gli scialatielli  mentre in un'altra padella fate aprire le vongole in olio e aglio: quando la pasta e' cotta buttatela nella padella con le vongole  ed aggiungete anche i carciofi. 
Fate saltare per 1 minuto e togliete dal fuoco, una bella spolverata di prezzemolo e peperoncino et voila....



Nota della cuoca.
Vi sto che sono una fissata del pepe a piatto finito ho anche dato una  bella passata di pepe macinato fresco ed anche un'altro filo di olio extra vergine... naturalmente il mio !!


Alessandra.............Bon Appètit  !!!

Rigatoni con Pajata e Profumo di Limoni

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Gia dal titolo si capisce che siamo nel Lazio e piu' precisamente a Roma ed oggi vi propongo un classico, forse il piu' classico della cucina Romana.
Pensate che da sempre mia madre mi dioce : La pajata al ristorante la vai a mangiare con il macellaio "
Beh si insomma tutti sanno che la Pagliata altro non e' che le budella del vitello da latte che non ha mai e ripeto mai mangiato erba.
In pratica quindi la pagliata, in gergo romanesco pajata, è l’intestino del vitello che contiene il chimo, una sostanza lattiginosa. I rigatoni con la pajata hanno origine nella cucina tradizionale romana ed in particolare nascono nello storico quartiere di Testaccio, dove aveva sede il mattatoio. Qui i lavoranti che ricevevano in paga anche gli scarti della macellazione, tra cui anche le interiora il famoso quinto quarto, hanno dato origine a questo piatto molto saporito come tutte le ricette di origine popolare.
E proprio l'altro giorno una serie di coincidenze mia hanno portato alla preparazione di questo piatto.La prima era che avevo ancora tempo per postare una ricetta per EXTRARICETTE ed in particolare per EXTRA PASTA categoria L'olio nei sughi e per tutte le info vi rimango al LINK QUI


 Poi altro fato l'altro giorno ho preparato una cena con Luisanna Messeri  che mi dice : " Cocca la cena e' romana cosi mi hanno chiesto la pajata e si fà la Pajata"
Quindi per una serie di circostanze molto gradevoli sono appunto andata a preparare il

Sugo di pagliata di agnello 


800 kg di pagliata di agnello
1 bicchiere di vino bianco
1 cipolla
1 carota
2 coste di sedano
500 gr di daddolata Mutti
Concentrato di pomodoro
Pecorino romano grattugiato qb
olio olio extravergine d’oliva
Limone
Aceto di mele

Pulite molto bene la pagliata togliendo la pellicina che avvolge il budello. Il budello di agnello e' molto fine e viene via subito.
Tagliare a pezzi di circa 20 cm il budello e legarlo con le estremità formando delle ciambelle o delle piccole salsicce, facendo attenzione che il contenuto non esca fuori.
Formate le ciambelline mettetele in ammollo con acqua fredda ed aceto di mele per qualche minuto.
Nel frattempo mettete l'olio nel tegame a scaldare aggiungete gli odori tritari finemente lasciate andare per qualche minuto e poi aggiungete la pajata scolata .Fate cuocere la pajata in bianco per circa 5 minuti facendo attenzione a muoverla solo con un mestolo in legno per non romperla.
Aggiungere un bel bicchiere di vino e fate cuocere ancora per altro 10 minuti a fuoco basso. Fate evaporare un poco il vino e poi aggiungere sale e pomodoro a pezzi e una bella cucchiaiata di concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere di acqua. Lasciate cuocere per 2 ore sempre a fuoco basso e con il tegame.
Assaggiate ed aggiustate di sale e mette anche una bella macinata di pepe nero, che a me piace tantissimo.
Quando cotta spegnete il fuoco , grattateci una bella buccia di limone e lasciatela riposare per circa 1 ora.

Rigatori con Pajata


400 gr  circa di rigatoni
Pecorino Romano qb
pepe
olio evo

Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e scolatela al dente nel tegame del sugo. Ripassare 1 minuto a fuoco basso, e fuori dal fuoco aggiungete il pecorino grattugiato, ancora del pepe ed un filo di olio extra vergine di oliva per lucidare  e servire subito.
Buonissima ve la consiglio e assolutamnete da provare con il limone gli da una bella marcia in piu'.


Alessandra ................Bon Appétit !!!

DESINARE - Scuola di Cucina

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INAUGURA A FIRENZE, IN OCCASIONE DEL PITTI TASTE 9.
 UN NUOVO ED ESCLUSIVO SPAZIO CHE FONDE LA PASSIONE ED IL SAPERE PER LA BUONA CUCINA ED I GRANDI VINI CON LO STILE SENZA TEMPO DEGLI ATELIER RICCARDO BARTHEL, 
 NEL CUORE DELL’OLTRARNO FIORENTINO

Ho avuto la fortuna di cucinare in questa cucina proprio ieri 3 Marzo per la conferenza stampa di  Pitti Taste 9 e devo dire che al cosa mi e' piaciuta molto, sia l'esperienza che la cucina attrezzata di tutto punto: mi sono lancia per modo di dire su abbattitori , forni a vapore, induzione , planetarie color rossi desing ( avete capito si di quale marchio parlo) e tanto altro.
Mi sono veramente trovata anzi ritrovata a casa: in poco tempo ho veramente memorizzato dove erano messe tutte le cose insomma mi piace troppo ed e' proprio come dalla foto sotto.
Vabbe intanto insieme a Luisana Messeri abbiamo preparato un pranzo con una forte impronta Toscana e se posso dirlo e' andata benissimo ma voglio vedere i primi articoli i primi commenti.....
Qui sotto vi parlo un pò della scuola di cucina....
 

DESINARE®nasce dai valori di un termine tipico e desueto della cultura domestica fiorentina: il momento della giornata che riuniva uomini, donne e bambini intorno alla tavola di famiglia ed al cibo. Una pausa dal lavoro, un’occasione di convivialità, di scambio d’idee e di affetti che è stato il collante per secoli della locale cultura domestica. Da questo punto di partenza, nasce un luogo che si apre al sapere, alle idee, alle emozioni legate alla cucina ed al cibo , nella sua accezione più ampia e coinvolgente.  
E un luogo contemporaneo e di esperienza dall’anima “antica” in cui imparare, gustare ed incontrare coloro che al cibo ed alla sua cultura riconoscono il grande valore di saper raccontare al meglio le piccole e grandi emozioni di ogni giorno. Un’idea nuova di Scuola di Cucina, che si fonde con il sapere artigianale e lo stile, ma anche un luogo per classi di degustazione ed approfondimento, momenti conviviali, eventi e presentazioni ed uno shop di selezionati articoli per la tavola e la cucina.

DESINARE®è a Firenze, all’interno degli atelier “Riccardo Barthel”, uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città, creato dove il sapere antico degli artigiani incontra il senso moderno del bello e dove nascono ancora oggi alcuni tra i progetti di interni e di design più esclusivi del mondo. DESINARE®è un luogo pensato per essere una “estensione” di questo raffinato mondo domestico ed un luogo assolutamente speciale dove incontrarsi e condividere il bello ed il buono delle arti legate alla tavola.

SCUOLA DI CUCINA & CORSI
Nasce dalla passione comune di Francesco, Alessandro e Claudio per il cibo ed il vino di qualità e dalla volontà di creare un luogo dove alcuni tra i più (talentuosi e) brillanti protagonisti della scena gastronomica ed enologica italiana possano condividere con altri appassionati il loro sapere.
DESINARE®offre un palinsesto di Corsi e Degustazioni dedicati alla Cucina, al mondo del Vino, della Birra e dell’Olio per appassionati e professionisti così come corsi di Food Photography e di Table Setting, per apprendere e rendere complementari tutti quegli aspetti che trasformano una tavola in una grande tavola. I corsi saranno articolati in lezioni singole o articolati in più sessioni per un numero massimo di 10 partecipanti, al fine di garantire una qualità in linea con il progetto rivolto ad un target di veri appassionati, italiano e straniero.


I CUOCHI 
ARTURO DORI, LUISANNA MESSERI,ALBERTO NAVARI
GLI ESPERTI DEL VINO
LEONARDO ROMANELLI, CHIARA GIOVONI

IMMAGINE DELLA TAVOLA
RENE BERNI,SOFIE DELAUW

 E qui alcune foto per rendersi conto della bellezza del posto e della nuova scuola di cucina..









  



 Alessandra.................... Bon Appétit !!!

Niente cucina.... Oggi ceramica. Mercatino 16 Marzo largo della Giustiniana Roma

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Domenica prossima 16 Marzo al Mercatino di Largo della Giustiniana Zona Cassia con mia sorella, farò la  donna di fatica e parlero' di ceramica , fettuccia e tanto altro ma non credo di essere cosi preparata..

Vi Aspettiamo !!!!










Ely & Alessandra

Penne all'Arrabbiata

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Un Classico della cucina Romana e del Lazio una bella ricetta poverella.
Mi e' ricapitato di prepararle settimana scorsa per una cosa che vi diro' piu' avanti , ed a volte dimentico che forse le cose piu' semplice sono anche le piu' buone.
Il nome deriverebbe dal fatto che, mangiando questo tipo di pasta si rischia, per via del peperoncino, di diventare rossi, proprio come quando ci si arrabbia
Queste in particolare ora non vorrei vantarmi delle mie arti culinarie erano veramente buone e visto che pogi sono un poco arrabbiata vado  senza indugio alla ricetta.


Penne all'Arrabbiata 


Gli ingredienti principali sono pelati, pecorino romano, aglio, peperoncino, prezzemolo, sale, olio extravergine d'oliva.
Le proporzioni di pasta e pelati sono 1 a 1.

Tagliate finemente aglio e peperoncino. Versate l’olio in padella e fate soffriggere aglio e peperoncino.Il peperoncino fate voi in base alla piccantezza.Aggiungete i pomodori pelati tagliati grossolanamentea pezzi, il sale e fate cuocere per circa 15 minuti quando la salsa si sara' un poco addensata.Nel frattempo portate a bollore una pentola con abbondante acqua salata. Versate la pasta e fatela cuocere.
Scolate la pasta al dente, unitela al sugo e mantecatela. Spolverizzate con prezzemolo tritato e abbondante pecorino grattugiato.


Consigli della cuoca:

Togliete l'anima dell'aglio e aggiungete un pizzico di zucchero al pomodoro mentre si ristringe. Sara' ancora piu' buona.

Alessandra.............................Bon Appétit !!!

Risotto al Radicchio Rosso

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Adoro il Riso ed adoro il Radicchio in tutte le sue varieta' : tardivo, precoce, variegato, di Chioggia, di Verona insomma tutto.
In realta' avevo, se cosi possiamo dire,  degli avanzi di radicchi perché avevo fatto una cena e li avevo usati per fare un'insalata e visto che non si butta nulla a casa mia il giorno dopo prima che si rovinasse il tutto mi sono messa in cucina e fatto un classico della cucina veneta.
In genere quando cucino il risotto non bado molto alle dosi pero' in questo  caso saro' precisa

Risotto al Radicchio Rosso


Per 2 persone

180 gr di Riso Baldo
200 gr di Radicchio rosso misto
Cesto centrale del radicchio variegato
1/2 cipolla rossa di tropea
Noce di Burro
olio evo
Vino bianco
Brodo vegetale qb
50 gr di Parmigiano Reggiano
Pepe

Mettete la noce di burro in padella con un filo di olio, fate sciogliere , aggiungete il riso e fatelo tostare a fuoco medio finche' non diventa traslucido.
Alzate la fiamma sfumate con un poco di vino bianco e fate evaporare.
Aggiungete la cipolla  precedentemente tritata e fate andare per circa 2 minuti . 
Aggiungete un mestolo di brodo vegetale caldo ed iniziate a far cuocere il riso. Dopo circa 5 minuti dall'inizio della cottura aggiungete il radicchio rosso tagliato a listarelle fini e continuate la cottura.
Aggiungere quando il riso lo richiede il brodo vegetale
Il riso richiede una cottura di 18 minuti  ed aggiungendo gradualmente il brodo si tirera' fuori l'amido del riso creando la cremina.

Mentre siete  nella fase finale della cottura del risotto prendete un padellino che sporcherete con dell'olio e ci abbrustolirete il cespo centrale , il cuore tenero tenero del radicchio variegato aperto a libretto. Impiegherete circa 5 minuti, potete farlo in contemporanea e non preoccuparvi se si brucia perche' l'effetto deve essere proprio quello di essere bruciato.

A risotto cotto e rigorosamente all'onda  spegnete il fuoco , aggiungete ultimo mestolo di brodo una noce di burro e il parmigiano e mantecate molto velocemente . Con questa operazione il risotto assumera' un bellissimo colore rubino brillante.
Impiantate e sopra adagiatevi il cespo bruciato del radicchio e spolverate con pepe macinato.
Bellissimo da vedersi e buonissimo da mangiare
.

Alessandra.............Bon Appétiti !!!

Insalata di Puntarelle, Finocchio, Arance e Alici

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Tempi di diete o disintossicazione.
Non chiamiamola dieta perche' chi cucina non puo' stare a dieta altrimenti che cuoco e' !
Però ci sono dei  momenti in cui  mi fa molto piacere mangiare piu' leggero e con questo non sto dicendo meno buono.!
Anzi quando uno sta attento, io personalmente, tendo molto ad utilizzare erbette, spezie e tutto cio' che possa aiutare a dare maggior  gusto.
E proporio l'altra sera e' nata una semplicissima ma gustosissima insalata che vista la stagione dovete replicare il piu' velocemente possibile.
La cosa poi che mi piace e'  unire i vegetali con la frutta,  che essa sia fresca o secca : la reputo  una bella unione e poi di un sapore. e cosi e' nata questa.

 

Insalata di Puntarelle, Finocchio, Arance e Alici 

 


Puntarelle Romane 500 gr circa
1 finocchio
2 arance
10 alici fresche
Limone
Olio
Sale & Pepe
Aceto
Barba  del finocchio
Aglio
3-4 acciughe sotto'olio

Come prima cosa occorre pulire le puntarelle che tutti sappiamo essere la cicoria catalogna.
Potete prenderle gia pronte o  farle voi . 
I finocchi andranno lavati, pulire dalle foglie piu' esterne eventualmente dure e rovinate. Tagliarli a meta' e non buttate la barba che utilizzerete dopo.
Tagliatele a julinne finissima andando a togliere la base ( il culetto del finocchio la parte piu' fibrosa) e lasciate in ammollo dentro una ciotola.
Prendete le vostre arance pelate dalla buccia  e tagliatele formando delle rondelle fini.
Pulite le  alice deliscandole ed eviscerandole. Ponetele in un piatto con olio e limone e fateli marinare per circa 2 ore.
Passate le due ore saranno come cotte ma non lo sono cosi prendete una padella mettela sul fuoco  e quando sara' calda metteteci le alici e fategli prendere calore: un minuto per lato e' più che sufficente.
Fatele raffredare.

In un mortaio mettete 1 spicchio di aglio pelato, 3/4 acciughe sott'olio e pestate formando una crema. Aggiungete aceto e olio  a gusto e mischiate ancora un poco.

A questo punto assemblate. In una bella ciotola capiente disponete sotto le puntarele sopra i finocchi, le arance, le alici , le barbe un bel pizzico di sale , la salsa  d'acciughe, olio evo e pepe.

 Che altro dire... 


Alessandra ..........................Bon Appétit !!!

Raviolini di Borragine Gambero Rosso di Anzio e Fagiolina del Trasimeno

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Un piatto impegnativo? in realtà no anzi mi ha divertito molto la cosa e soprattutto mi sono piaciuti molto.
Il tutto nasce da un punto di vista dietetico. Volevo mangiare qualcosa di non carico di calorie ma assolutamente buono, sono andata da mio spacciatore sotto casa ed aveva la borragine  e insomma la colpa e' stata del fruttivendolo non la mia !!!
E poi la borragine ha tantissime proprieta' , alcune neppure le conoscevo come quella di favorire lo sviluppo del latte materno nelle puerpere.
Ma prima di parlare delle proprieta' della Borragine voglio mostrare il risulto.

Raviolini di Borragine Gambero Rosso di Anzio e Fagiolina del Trasimeno

Per circa 50 raviolini

Per la Pasta
2 Uova
200 gr Farina 00

Per  il ripieno
Borragine lessa 150 gr
Stracchino 120 gr
Parmigiano Reggiano 10 gr
noce moscata
Limone
pizzico di sale

Per sugo 
10 Gamberi Rossi di Anzio
olio evo
Rum

Iniziate con il preparare la pasta a mano.
Mettete la farina sul piano di lavoro formate una fontana e nel centro mette le uova.
Con una forchetta sbattete le uova e lentamente iniziate ad incorporare la farina prendendola  dai bordi. appena vedete che prende forma passate alle mani ed iniziate 
ad impastare.
Lavorare con i palmi delle mani per circa 10 minuti. Se volete facilitarvi un poco la vita aggiungete un cucchiaio di acqua tiepida all'impasto. Aiutera' a tirare fuori il glutine e quindi si impastera' piu' velocemente,
Quando e' pronta fatela riposare per 30 minuti sotto una ciotola.

Nel frattempo pulite la borragine: togliete le  foglie e pulite il fusto prendendo solo la parte piu' tenera. Lavare molto bene con l'acqua e poi cuocetele  per 5 minuti.
Scolatele e quando sono fredde tagliatele a pezzi piccoli con il coltello.
Mettele la borragione in una ciotola aggiungete lo stracchino, una gratta  generosa di limone, una di noce moscata, il parmigiano e pizzico di sale.
Mescolate il tutto per ottenere un composto omogeneo. Mettetelo in una sac a poche e ponetelo in frigo.

Prendete la Fagiolina sciaquatela sotto acqua corrente e  fatela bollire sino a cottura. Ci vorra circa 1 ora. Quando cotta scolatela aspettate che  si freddi e poi saltatela in padella senza olio.
(Volevo friggerla ma nons arebbe piu' stat dietetica!!)

Pulite i gamberi dal loro carapace e dal filo intestinale.Mettete da parte le teste che poi userete per il sugo.

Stendete la pasta dovrà essere fine perché cosi cuocerà in un minuto.
Quando e' pronta prendete il coppapasta e tagliate a disco la pasta. Riempitela con l'impasto di borragine pigiando bene il raviolino in maniera da far uscire l'eventuale aria dentro.

Mette l'acqua sul fuoco e quando bolle buttate dentro i ravioli.

Nel frattempo in padella mettete un filo di olio , fate scaldare e poi aggiungete le teste dei gamberi, fategli prendere calore e poi sfumate con del rum. Fate cuocere per 2 minuti e poi schiacciate le teste facendo uscire tutti i loro umori. Buttate le teste.
Scolate i ravioli, e saltateli in padella, aggiungete  i gamberi .
Impiattate  e sopra mette la Fagiolina e fiori a decoro.



La borragine è molto ricca di vitamina-c che ha quindi un attività antiossidante e protettiva per l’ organismo.
Contiene molti fitoestrogeni che non sono dei veri estrogeni femminili come quelli del nostro organismo, ma hanno un‘ attività che stimola l‘ attività ormonale e la riequilibra, senza effetti collaterali conosciuti.
Poi, contiene tannini, potassio e calcio, mentre l’ olio estratto dai suoi semi è ricco di acidi grassi polinsaturi essenziali ed è molto ricercato sul mercato, anche per il fatto che la pianta si coltiva e si raccoglie facilmente.
E' considerata un buon tonico e rilassante per il sistema nervoso e un antidepressivo, già usata come tale dagli antichi romani che la mettevano nel vino per renderlo ancora più euforizzante e dai celti per eccitarsi prima di andare in battaglia.
 E’ un blando lassativo intestinale che non provoca infiammazioni. .
Aumenta la sudorazione, facilitando così l’ espulsione dall’ organismo delle tossine con conseguenti effetti depurativi.
 E’ utile nella cura sintomatica della tosse perchè agisce come calmante della tosse ed espettorante. Inoltre, preparando il the con le foglie di borragine e bevendolo caldo, si può far passare la febbre alta durante l’ influenza ed il raffreddore e ne aiuta la convalescenza.  
Per la pelle, è usata contro foruncoli ed eczema, sia con le foglie che con l’ olio. 
L’ olio tende ad abbassare la pressione sanguigna ed il tasso di colesterolo e stimola il sistema ormonale a cominciare dalle ghiandole surrenali che secernono l’ adrenalina, specialmente dopo trattamenti farmacologici che le deprimono.
E’ anche usato contro l’ artrite reumatoide ed è efficace contro le affezioni della pelle.


Alessandra......Bon Appétit !!!

Minestra passata di Piselli con Guanciale croccante

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Un piatto semplice e gustoso da mangiare ora che e' la stagione giusta per i piselli.
Esistono diverse varietà di pisello, con caratteristiche diverse. Ad esempio la varieta'macrocarpon, conosciuto anche come taccola, di cui si mangia anche il  baccello, in quanto i semi rimangono allo stato embrionale.
 Un'altra varietà è la roveja o il pisello dei campi, che produce un baccello viola-scuro con piselli verdi. Questa stessa caratteristica si trova anche nel kapucijner, una varietà di piselli olandesi. Una volta seccati i piselli diventano di color marrone.
Fare una minestra passata  e' semplice ma occorre sempre distinguerla da una vellutata e dalle creme

Le minestre passate si ottengono con una base di purea di legumi sia freschi che secchi e/o di verdure e patate ai quali di aggiungono aromi rosolati e brodo. Una volta completata la cottura il tutto viene passato e arricchito con panna e/o burro.
Le creme, si ottengono con una base di brodo 8 carne , pesce , verdure) che poi viene legato con addensanti tipo farina di riso o fecola. Vengono poi aggiunte l'elemento caratteristico cioe' in pratica creme di carote, asparagi di piselli etc. Prima di servire la crema andra' addensata ancora con panna o burro.
Le vellutate, hanno sempre come base il brodo , al quale viene legato il roux. una proporzione e' di media 1 lt di brodo 140 gr di roux. a questa preparazione base viene aggiunta la purea e/o pezzi dell'elemento caratterizzante come pollo, funghi. Quando pronta va completato con aggiunta di burro a fiocchetti o tuorli d'uovo sbattuti con panna.
Ecco oggi abbiamo ripassato un poco la teoria e quindi ora si passa alla pratica.

Minestra passata di Piselli e Guanciale croccante



Per 2 persone
150 gr di piselli freschi sgranati
100 gr di patate
olio evo
burro
sale
pepe
brodo vegetale
cipolla bianca piccola

Mette in padella la cipolla bianca tagliate a listarelle con un filo di olio e fatela appassire. Aggiungete la patate tagliate a fettine ed i piselli. Aggiungete  1/2 bicchiere di acqua e fate cuocere a fuoco basso.

Tagliate a listarelle il guanciale e mettetelo in padella con olio evo e fatelo rosolare. Quando cotto scolatelo su carta assorbente.

Quando la minestra e' cotta frullatela sino ad ottenete una purea. Aggiungete brodo vegetale per ottenere la consistenza giusta. Rimettete la minestra sul fuoco aggiustate di sale ed eventualmente correggete con il brodo.
Fuori dal fuoco aggiungete 2 fiocchetti di burro e mescolate.

Mettetela nel piatto fondo due mestoli di minestra, pepe su tutto il perimetro della minestra, il guanciale al centro ed una figliolina di menta.

 
Alessandra....................Bon Appétit !!!

Funghi Trifolati

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Oggi prepariamo un piatto semplice gustoso che molto spesso viene cucinato male.
Parliamo di un contorno tipico della cucina Piemontese ma direi che oramai e' tipico  Italiana. un contorno molto gustoso che viene preparatto in pochi minuti e quindi un piatto da preparate anche all'ultimo minuto da abbinate a piatti di carne, ad u  primo o perfetto come base per una bruschetta.
La cosa importante in questo caso e' avere i prodotti di ottima qualita' perche' tutto gira intorno a pochi  elementi: Olio extra vergine, prezzemolo, funghi e sale.

Funghi Trifolati


800 g di funghi champignon                  
1 ciuffo di prezzemolo
1 spicchio di aglio
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe


Pulite i funghi raschiandoli e strofinandoli con un panno umido per eliminare la parte terrosa. Tagliate i funghi a fette sottili. Sbucciate l’aglio ed eliminate l’anima.
Versate l’olio in una padella grande, aggiungete l’aglio e fatelo rosolare.
Il segreto se cosi vogliamo chiamarlo e' quello di non affollare i funghi nella padella ma bensì di lasciarli larghi. Anche Julia Child lo dice !!! Quindi se necessario a seconda del quantitativo dei vostri funghi fate piu' padellate.
Quando l’aglio è dorato toglierlo ed aggiungere i funghi. Fateli cuocere per  circa 10 minuti a fuoco vivace. Aggiustate di sale e pepe e unite il prezzemolo tritato. 



Consiglio della Cuoca

Per praticita' ho sato i funghi champignon ma la ricetta e' perfetta anzi molto piu' gustuso con funghi misti tipo pleurotus , chiodini o anche perocini  insomma spazio alla fantasia. 


Alessandra.........Bon Appétit !!

Pizza con gli sfrizzoli e la ricetta di Nonna Chiara

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Con questa ricetta io torno indietro nel tempo.
Mia nonna me la faceva tanto tempo fa e l'ho sempre considerata deliziosa forse perche' lo e'. Cosi' circa un mese fa' sono andata alla ricerca degli sfrizzoli  per poterla rifare.
Gira di qua e di la,  impossibile trovarli cosi alla fine ho preso il grasso e li ho  fatti da sola.
All'inizio pensavo ma in che guaio mi sto ficcando ed invece la cosa mi ha fatto molto piace.
Come prima cosa sono andata da un macellaio, non a Roma ma nel Viterbese ed ho preso il grasso di maiale per fare gli sfrizzoli e lo strutto.
Era un pezzo gigantesco  e come primo compito c'e' stato quello di tagliarlo a pezzetti.

Una volta tagliato e' stato messo in un pentolone con 1 dito di acqua ed una presa di sale, messo sul fuoco e fatto andare lentamente.
Bene dovra' cuocere per circa 1 oretta e vedrete che durante questo tempo assumera' dei colori diversi  dal bianco all'opalino al trasparente e lentamente si separa' in due masse.

La massa liquida trasparente diventera' strutto raffreddandosi prendendo il classico colore bianco o leggermente champagne.


Mentre  i pezzetti di grasso diverrano dorati e croccanti creando appunto gli sfrizzoli.



Pizza con  gli sfrizzoli
Ricetta di Nonna Chiara
 
15 gr lievito , latte 1 bicchiere farina quanta ne prende, zucchero 50 gr pizzico di sale, 1 cucchiaio di struzzo , uva passa e sfrizzoli una manciata, cannella.

Fate sciogliere il lievito nel latte, mettetelo in una ciotola ed aggiungete lo zucchero, il pizzico di sale, lo strutto e lentamente la farina . Formate una palla con la consistenza della pizza.  Aggiungete l'uvetta passa che avete fatto riprendere in un poco di acqua calda e lasciate a lievitare per circa 1 ora.

Riprendete la pizza, stendetela con le mani .
Prendete una teglia foderatela con carta forno. metteteci la pizza dentro e poi metteteci sopra gli sfruizzoli facendo un poco di pressione sulla pizza affinche' affondino nell'impasto. 

Mettetevi sulle mani due prese di cannella un poco di zucchero semolato e spargete sulla superficie della pizza.
Infornate a 190°  fino a cottura . Mangiate da calda a fredda !!!


Consigli della cuoca

La nonna non spiegava mai il procedimento delle ricette ed io ho montagne di foglietti di ricette con solo gli ingredienti.
Per facilitarvi la vita aggiungete li sfrizzoli all'impasto insieme  all'uvetta passa.


Alessandra...........Bon Appétit !!!

Il Pranzo delle Feste

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Per chi e' sempre indeciso su cosa preparare o semplicemente per chi si vuole avventurare per la prima volta nel ricevere parenti ed amici per un pranzo durante le Feste di Natale  arrivano piccoli suggerimenti, ricette e condivisione di lavoro su come arrivare preparati all'appuntamento.


Per questo vi do' appuntamento  
Al Club delle Cuoche
Con Luisanna e  Me
 Domenica 15 dicembre, dalle 10,30 alle 14,30

Spuma di fegatini
Tortellini in brodo
Galantina con salse
Insalata russa
Panettone ripieno

Bollicine, caffè e ammazzacaffè...


Costo del corso e del pranzo 75 euro 
 Posti limitati
Prenotazioni al 331 3852619

Club delle cuoche
Scuola di Cucina
Via dei Romagnosi 20
00196 Roma


Vi Aspetto...... Alessandra Bon Appétit !!!

Rotolo alla marmellata di More.

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Avevo voglia e dovevo fare una prova di un rotolo ma, come spesso mi capito in questo periodo che sono un poco sfasata, non avevo abbastanza ingredienti e cosi non potevo provare la nuova ricetta e neppure fare la vecchia.
Cosi, che si fa in queste circostanze? Nulla si va avanti e si fanno gli ibridi, gli esperimenti e speri che vada bene. E cosi e' andata.

Rotolo alla Marmellata di More


3 uova
70gr di zucchero
80 gr di farina
1 pizzico di sale
Marmellata di more

Preriscaldare il forno a 180°.
Separate i tuorli dagli albumi. Montate i tuorli con meta'dello zucchero sino ad ottenere un composto bello spumoso e chiaro.
Montare i 3 albumi con il restante zucchero inseritelo a pioggia ed otterrete una meringa compatta ma morbida.
Incorporate una prima parte ai tuorli miscelando energicamente e poi la restante incorporandola delicatamente. Setacciare e inserire la farina sempre con il solito movimento dal basso verso l'alto. Stendere in una placca bassa foderata di carta forno e infornare subito.
Cuocete per circa 15 minuti e ricordate che essendo un biscotto/rotolo non deve diventare troppo colorito e croccante ma restare morbido.
Una volta cotto, toglietelo dalla placca e coprite con la pellicola. Fate raffreddare completamente. Liberatelo dalla pellicola solo al momento del montaggio del dolce per evitare che si secchi all'aria. 
Aggiungete quindi la marmellata di more.
Io ho usato quella a voi la scelta del gusto che piu' vi piace.


 Nota della Cuoca

Il biscotto base puo' essere usato anche con altri ripieni ma soprattutto non fate mai come me che esagero sempre con il ripieno e quindi non mi viene mai perfettamente  rotondo... ma e' di un buono!!
Perfetto dalla colazione al tea time, agli spuntini notturni.

 

Marmellata di More

1 kg di More selvatiche
1 kg di zucchero
tanta pazienza

Pulite le more con l'acqua e mettetele in una pentola dove siete sicuri che non attacchi la marmellata.
Faccio questa premessa perche' la marmellata di more deve bollire per più 3 di ore e quindi la pentola giusta e' essenziale.
Fate appassire le more  o meglio lasciatele cuocere per circa due ore a fuoco medio-basso  coperte mescolando di tanto in tanto.
Dopo le due ore aggiungete lo zucchero e lasciate bollire a fuoco basso per un'altra ora.
A questo punto passate le 3 ore di cottura, dovrete passarle con il passapatate di una volta e tanto olio di gomito.
Passate per bene le more , facendo attenzione a non far passare gli sgradevolissimi semini attraverso il passapatate.
Rimettete sul fuoco e fate cuocere ancora per un'altra mezz'ora dipende anche da quanto e' fluida la marmellata che dovra' essere rappresa ma non troppo.
Si puo' fare la prova del cucchiaio e piatto, ma a casa mia si fa ad occhio. Siamo maghi ? No forse solo abituati a fare la marmellata.
E poi io su questa non posso mettere il becco perche' la fa mia sorella e quando la fa non mi vuole in cucina !!!



Alessandra.............Bon Appétit !!!

Agrodolce e i miei video

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Come ho anticipato in giro nel web da ieri e' partita la collaborazione con il canale telematico Agrodolce.it nel quale andro' a fare tanti video di ricette.
Il primo che e' partito e' quello sulle puntarelle cosi vi metto le puntarelle, ma visto che non riesco a caricare il video metto altro, cosi vedrete le mie manine !!

Le puntarelle sono i germogli teneri e giovani che si formano nella porzione più interna del cespo della cicoria catalogna. Questo eccezionale ortaggio, se mondato correttamente e tagliato con determinati accorgimenti è la base per preparare un’eccellente insalata tradizionale tipica della cucina romana. La parte più dura ed esterna della catalogna si cucina lessata in acqua o brodo e costituisce un’ottima base per zuppe e minestre esattamente come la scarola o la cicoria. Le puntarelle, invece, sono l’unica parte che può essere consumata cruda.

Preparazione Puntarelle


Staccate le puntarelle dal cespo di catalogna e utilizzate solo il germoglio. Man mano che si procede perso il centro, lo scarto diminuisce.


Eliminate la parte finale del gambo e le eventuali foglie verdi. Tagliate il rametto a metà e ricavate da ciascuna delle due parti delle listarelle sottil.
Immergete immediatamente le puntarelle in un recipiente con acqua ghiacciata e tenetele a bagno in frigorifero per 1 ora. In questo modo le puntarelle si arricceranno e saranno più morbide.

MA per chi e' piu' bravo di me cliccate direttamente su

http://www.agrodolce.it/video/
 Per le salse o l'utilizzo delle puntarelle andate su :


Alessandra......... Bon Appétit !!!

Pizza di Pasqua

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"Nel giorno di Pasqua, di ritorno dalla messa, tutta la famiglia si riuniva per consumare una lauta colazione che poteva essere di due tipi; una molto abbondante, più usata nelle famiglie contadine, e una più leggera. Nel primo caso sulla tavola erano presenti la coratella di agnello in padella, salumi vari (Capocollo, lombetto e salami), uova sode e pizze di Pasqua dolci o al formaggio.
L’altro tipo di colazione, che potremmo dire più raffinata, in uso ancora oggi in molte famiglie amanti della tradizione, iniziava con il capocollo e le uova sode accompagnate dalla pizza al formaggio, e terminava con lo “squaglio di cioccolata” nel quale si inzuppavano le pizze dolci oppure un tipo particolare di biscotti, definiti biscotti da zuppa, che erano poco dolci e croccanti."
Rigorosamente come tutti gli anni faro' la colazione di Pasqua durante la quale non puo' mancare la Pizza  di Pasqua.
Visto che a casa mia si e' sempre fatta , oggi metto la ricetta di Zia Maria e il suo risultato..e porto tutta la mia invidia visto che lei lievita senza manitoba.


Potete partire da fare il lievitino anche se lei dice di no. 
La ricetta non riporta il procedimento come al solito: a casa mia nessuno dalla nonna alla zia a chi transita in cucina  mette per iscritto il procedimento e nessuna dose di farina quindi  ricordate la regola Farina quanta ne prende!!
Fate insapolire gli alcolici con l'arancia e cannella, noce moscata etc.
Per ultima va messa la farina e quando incorda lo strutto o il burro ( potete sostituirlo tranquillamente.)
Nel soletto rigorosamente alto e via santa pazienza per la lievitazione che durerà tra le 6 e le 8 ore.
Poi le cuocete , si perche' con le dosi del foglietto ne verranno almeno 6/7 , a 190° per 45minuti sino ad 1 ora dipende dal forno e dalla grandezza della torta.

Pizza di Pasqua

 
e per tutte le altre ricette pasquali cliccate sulla Label Pasqua.

Alessandra.......... Bon Appétit !!!

Arance Condite....... che goduria!

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Piu' che una ricetta io la chiamo una delizia o una sciccheria perfetta per 3000 occasioni.
Si passa dal piu' semplice e ruspante al piu' raffinato tutto sta a come le farete.
Non si puo' chiamare ricetta perché giustamente cosa vi dovrei dire ? Credo sia già chiaro come e' fatto il tutto.
La cosa importante sono gli ingredienti: se prendete  quelli giusti di stagione il gioco e' fatto in poche piccole mosse.

ARANCE CONDITE
Il piatto da sempre fatto a casa mia, ma so anche in regioni come la Sicilia.
Spesso e' volentieri quando a casa mia c'era poco o magari non si aveva voglia del solito contorno mamma o nonna preparavano due arance condite: il tempo di pulirle dalla buccia spaccarli e metterli nel piatto  in men che non si dica usciva sempre fuori un piatto gustosissimo da mangiare con pane bello croccante.
Le variazioni e varianti sul tema sono infinite a partire dalle olive , alla cipolla, con o senza il finocchio, alla pelatura dell'arancio.
Certo e' che il piatto e' veramente un tripudio di sapori.
In ogni caso come nel mio,  l'operazione e' partita dal pulire in maniera semplice l'arancio, al tagliarlo a rondelle, e sulla scia delle rondelle ho anche tagliato la cipolla rossa e le olive in questo caso taggiasche,
Molti usano le olive nere al posto delle taggiasche. mentre nel  viterbese usano anche il finocchietto selvatico che decisamente gli uno sprint in piu'.
Poi le potete mettere dentro una ciotolina come il mio caso oppure su un piattino e magari metterci solo la barbetta del finocchio... Uffa altra variante.
Insomma fatele come vi pare ma non esitate a metterci un buon olio evo novello  perfetto in questa stagione.



Una tra le variazioni decisamente piu' belle e' quella del colore delle arance: usate sia quelle color arancio che quelle color rosse dette anche "sanguinella ".

Alessandra..................Bon Appétit !!
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